Un approccio democratico ed egualitario: il marketing inclusivo.

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Oggi, dopo un anno estremamente complicato, viviamo una quotidianità sospesa e diversa che però, nonostante tutto, ci sta facendo capire quanto siano importanti autenticità e semplicità, nella vita professionale come in quella privata. È per tale motivo che gli stereotipi non funzionano più, soprattutto nelle pubblicità, in quanto tendono a creare aspettative e idee poco realistiche.

A vincere, quindi, in ambito comunicativo, è un marketing che parla a tutti, che tiene in considerazione un fattore chiave: l’inclusione.

“L’inclusione va ben oltre la diversità del sesso o del colore della pelle. È anche una questione di età, geografia, differenze socioeconomiche e relative professioni, capacità e sessualità.” (Lorraine Twohill)

Nello specifico, cos’è il marketing inclusivo?

È un marketing che non ha come riferimento un solo target demografico, ma si pone l’obiettivo di instaurare un dialogo con tutti, indipendentemente dall’età, etnia, genere. Non solo: è vantaggioso sia per le aziende, le quali vengono viste positivamente e raggiungono più persone, che per i clienti, che si sentono, a loro volta ascoltati, apprezzati e compresi.

Si tratta, dunque, di un approccio comunicativo più autentico, naturale, reale: ma come rendere, nel concreto, un marketing inclusivo?

Fondamentale è che l’impegno delle aziende si rifletta non solo sulle iniziative rivolte al proprio pubblico, ma anche sulle policy aziendali interne. Se si riesce a mantenere coerenza e a trasmettere valori sinceri, ci sarà un ritorno d’immagine per il brand non indifferente.

Sinergia e lavoro di squadra sono determinanti: per promuovere un marketing inclusivo che funzioni è opportuno scegliere un team e dei partner che sposino la stessa visione dell’azienda. Solo in questo modo si raggiungerà il successo.

L’ascolto nei confronti dei clienti è necessario: se non si conoscono i desideri, le esigenze, i valori di un pubblico, com’è possibile creare strategie ad hoc? La strada da percorrere è molto lunga, ma siamo a buon punto.

Dobbiamo impegnarci tutti per raggiungere il nostro obiettivo che consiste nell’umanizzare, attraverso un dialogo autentico e continuo, qualsiasi forma di relazione tra azienda e cliente.

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