Autorevolezza vs autoritarismo

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Autorità vs autorevolezza: due termini simili ma dal significato estremamente differente.

L’autorità (dal latino auctoritas, da augeo, accrescere) fa riferimento a “quell’insieme di qualità proprie di una istituzione o di una singola persona alle quali gli individui si assoggettano in modo volontario per realizzare determinati scopi comuni.” (Fonte Wikipedia)

Immaginiamo il caso di un poliziotto che, per un motivo X, debba entrare in casa di un pregiudicato con un mandato per portarlo in procura o, in maniera più semplice, di un preside che debba richiamare i genitori di un ragazzo per comportamento poco educato. Tali situazioni evidenziano l’autorità (carabinieri e preside scolastico) di persone che, per il ruolo ricoperto, hanno la facoltà di influenzare gli altri.

Martello da tribunale con accanto libri.

Uno dei vantaggi? La rapidità decisionale del capo che, facendo leva sulla propria posizione, non dovrà giustificare le proprie posizioni. I dipendenti, in tal caso, saranno chiamati ad obbedire.

Uno degli svantaggi? I dipendenti o chiunque si trovi ad un livello inferiore rispetto al capo saranno sempre limitati nelle proprie scelte, essendo in dovere di rispettare l’organigramma gerarchico.

Pensiamo ora ad un professionista che, al pari di tanti altri dipendenti, sia riconosciuto in un’azienda per il proprio carisma, per le proprie competenze e capacità. È allo stesso livello di molti colleghi, magari anche con paghe minori, ma è ricordato, stimato e apprezzato più di altri. In tal caso gli viene riconosciuta una certa autorevolezza.

L’autorevolezza si basa, infatti, su un riconoscimento che proviene dal basso o comunque da persone di pari livello. Prevalgono logiche di team, di squadra.

Mani giunte in senso di unione, di lavoro di squadra.

Uno degli svantaggi? Il processo decisionale è senza dubbio più lungo, essendo il risultato del gruppo, di tante teste che saranno portate a confrontarsi.

Uno dei vantaggi? Il coinvolgimento delle persone, la possibilità di offrire a tutti la possibilità di esprimersi.

L’autorevolezza non si compra, non ha prezzo. L’autorità sì: si può comprare, si può richiedere, si può implorare. L’autorevolezza si acquisisce passo dopo passo, con i propri meriti, con il proprio lavoro, con le capacità che consentono di essere apprezzati, riconoscibili, stimati.

Uno degli errori più grandi delle aziende odierne e, in particolare, degli imprenditori, è quello di voler essere autorevoli agli occhi dei propri dipendenti. Ma l’autorevolezza non si chiede, è un processo naturale e quasi inconscio. Ciò non significa che i due concetti non possano coesistere, anzi. Colui o colei che ricoprano una carica di prestigio e abbiano la capacità di essere riconosciuti come autoritari e autorevoli avranno sicuramente doppia fiducia e stima da parte dei collaboratori.

Purtroppo non è cosa facile da trovare in un’unica persona. Questo perché molti dei nostri manager sono ancora convinti che l’autorità sia vincente, al contrario dell’autorevolezza, qualità sinonimo di debolezza o di scarsa incisività ma in realtà molto più difficile da ottenere.

L’autorità viene conferita; l’autorevolezza la si deve costruire.

Ovviamente tutto dev’essere correlato e costruito sulla base dell’esperienza dei collaboratori e dei dirigenti. Professionisti alle prime armi o comunque ancora non del tutto esperti avranno in ogni caso necessità di qualcuno che li guidi, che dia loro supporto per poi farli viaggiare in autonomia.

Dunque meglio essere autoritari o autorevoli?

Rispondere a questa domanda non avrebbe senso, perché ognuno ha un ruolo diverso che merita di essere rispettato ma, senza dubbio, a fare la differenza è l’umiltà, quella che può consentirci di non dover imporre ma di poter ascoltare. Non solo, ma l’autorevolezza ti viene riconosciuta, l’autoritarismo, invece, è una semplice conseguenza del potere.

Cominciamo a guardare negli occhi chi è dall’altra parte; iniziamo ad ascoltare chi chiede un confronto; pensiamo a fare network con chi potrebbe arricchirci. Essere autoritari non ci renderà più forti. Essere umani, cioè autorevoli, invece sì.

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